mercoledì 17 maggio 2017

Dalla costa dei limoni, verso la Valvestino: Cima Comer




Più di un secolo e mezzo fa, quando ancora l'unità d'Italia era ben lontana dal concretizzarsi, la produzione dei limoni del Garda finiva sulle tavole non solo dei locali, ma anche di gran parte del nord del paese. Con l'unificazione e l'apertura dei mercati, è venuta meno la domanda, e molti delle limonaie si sono trasformate riserve, musei a cielo semi-aperto visitabili solo durante alcuni periodi dell'anno. Nonostante la volontà e gli sforzi dei produttori che oggi vorrebbero rilanciarsi, la strada per ritornare ai vecchi fasti si presenta certamente ancora lunga e tortuosa. Sinuosa almeno come la via che conduce dal basso lago verso Riva del Garda, percorrendo la sponda bresciana. Un'unica strada, sempre piuttosto trafficata, costeggia il bacino portandosi sempre più a nord e incontrando le meravigliose Salò, Gargnano, Limone sul Garda. Proprio a Gargnano, dove si concentravano circa la metà delle limonaie presenti su tutta la riviera, ancora oggi in primavera, si celebra il festival dell'agrume autoctono: http://www.terresapori.it/

Al di sopra delle limonaie, ben visibili per via dei pilastri chiari e delle travi in legno che permettevano di coprire le piante nei mesi più freddi, vi sono percorsi che permettono, volendo, di raggiungere la Valvestino, territorio isolato, leggendario, che collega il Benaco col Lago d'Idro.


Dall'incantevole frazione di Sasso, circa 400 metri sul livello del mare e a 10 minuti di auto dal centro di Gargnano, si può risalire a piedi il sentiero che uscendo dal paese prende in direzione dell'Eremo di San Valentino. Si dice che il santuario sia stato costruito come ex-voto dai pochi abitanti scampati dalla peste del '600. Non è difficile crederlo. Raggiungendo le sue altezze, numerosi balconi naturali permettono di sbirciare il lungo lago. 


Dal santuario, anticipato da un portale in legno auto-chiudente degno di un film di fantascienza, si può salire una sorta di ferrata molto ripida, in direzione del Comer, raggiungendo dopo poco uno sperone di roccia denominato Pulpito da cui si domina tutta la vallata. 




Proseguendo ancora sul sentiero n.31, si giunge dopo circa 40 minuti di salita alla sommità del Monte Comer. Una croce a quota 1279 e un tabellone esplicativo sui rapaci presenti in zona, sono il corollario ideale per godere della brezza che soffia tra il lago e le vette della Valvestino immerse nella foschia. 



Per chi non fosse ancora soddisfatto, è possibile salire in altri 40 minuti anche su Monte Denervo (1459 metri), perfettamente collegato al Comer. Un enorme traliccio lo distingue da quelli limitrofi. Anche da lassù il panorama è maestoso e spazia da Garda a Torbole, sebbene il frontale monte Comer nasconda una parte del panorama.


Il ritorno può essere semplificato un po', tenendo la destra nel bosco oltre il Rifugio Alpini. Si scenderebbe pertanto verso il Torrente Valle di San Martino, sempre sul sentiero n.31; attraversando il ponticello successivo, ci si reimmette sulla tratta principale poco prima della salita verso l'Eremo. 

 
Al tramonto, attendendo che il sole scenda dietro le cime occidentali, è bello sbirciare dall'alto l'umanità errante del litorale. Persino la villa che ospitò il Duce durante la Repubblica Sociale è ben visibile da quassù, malgrado ora sia stata convertita in semplice hotel di lusso.  


  

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