giovedì 15 ottobre 2009

Parigi, una festa mobile



 
“Se sei abbastanza fortunato di aver vissuto a Parigi come un giovane uomo, allora per il resto della tua vita ovunque andrai, sarà con te, a Parigi è un continuo banchettare”. Per Hemingway, la capitale francese, è un tripudio di esperienze, buone e cattive, ma tutte assimilabili all'eccitazione, al piacere di vivere.



Sono stato a Parigi due volte, in vita mia: nel lontano 2006 e alla fine del 2009. Durante entrambe le visite, ho avvertito profondamente ciò di cui Papa Hem parla nel suo immenso "Fiesta mobile". Una sovraeccitazione permanente, che sprona ad andare per le sue strade, entrare ed uscire dalle sue boulangerie, dai suoi bar, dai suoi locali; investire giornate intere ad osservare opere nazionali e trafugate nei suoi musei. Passare notti all'insegna di paté, foie gras, escargot, chevr, champagne, cognac, calvados. Camminare, camminare, scendere nella metro, chiudere gli occhi e stare a sentire il borbottio confuso della sua umanità. Tutto è esteso, maestoso, elegante, anche i suoi quartieri più periferici, non certo a corto di contraddizioni, sono a loro modo uno spaccato reale di ciò che la cara e vecchia Europa ha cercato per lungo tempo di nascondere sotto un tappeto di ipocrisia.

Nel mio piccolo, ho tentato in una decina di giorni in tutto, di visitare quanto più possibile; la vera emozione è ciò che resta, anche a distanza di molti anni.



In entrambe le occasioni ho alloggiato a Montmartre. La prima volta all'Hotel Doré, che oggi mi pare non esista nemmeno più. La seconda all'Hotel Pavillon. La collina su cui sorge la Basilica del Sacro Cuore, oltre ad essere la più elevata - coi suoi 130 metri sul livello del mare - è un ottimo punto di partenza per perdere il proprio sguardo verso i quartieri più lontani. 


Qui, nel 2009, mi sono imbattuto nei festeggiamenti per la "Vendemmia di Montmartre", ovvero la celebrazione gastronomica, che risale al 1934, dei vini prodotti nel vigneto della collina di Montmartre, il Clos-Montmartre, l'unica vigna rimasta dell'intera area metropolitana. Dato che all'epoca di Napoleone III questa zona era esterna alla capitale e per questo esente dalle tasse sugli alcolici, non stupisce che proprio in queste vie sia fiorita la vita bohémienne, durante il periodo noto come Belle Époque. 


Anche il famoso Moulin Rouge, a Pigalle, non è così distante da qui; la sua inaugurazione risale proprio in quegli anni, nel 1889, e ancor oggi, passeggiando tra le vetrine dei bar e dei numerosi sex shop, si può godere appieno del carattere libertario - e libertino - che si respirava all'epoca.


 

Tornando a Montmartre, la sera è stupendo passeggiare per le sue vie semi-deserte, magari fermandosi a gustare una zuppa di cipolle al famoso "Le Consulat Restaurant", luogo d'incontro storico dei più grandi artisti e pittori francesi della Belle époque. 





E di giorno? Si cammina, a rotta di collo, cedendo alla tentazione della metropolitana solo per raggiungere i quartieri più periferici e remoti. In particolare, nel 2006, ne ho visitati un paio che stuzzicavano la mia curiosità.


 

La Villette non è un vero e proprio quartiere, ma un parco nato a Pont-de-Flandre, recuperato dal degrado fin dall'inizio degli anni '80. Ciò che ne deriva è un florilegio di opere architettoniche sparpagliate sui quasi 55 ettari di prati su cui spesso si tengono eventi culturali di ogni tipo. Il parco nasce intorno allo sviluppo del canale dell'Ourcq e all'interno di esso si collocano numerosi edifici, come la Cité des sciences et de l'industrie, la Philharmonie de Paris, la Geode, la Cité de la musique, ll Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris, lo Zénith, il Teatro Paris-Villette e il Cinaxe.





Sono poi stato nel popolare quartiere di Belleville, spinto dalla curiosità di vedere le ambientazioni dei romanzi di Daniel Pennac, che proprio qui vive da sempre. Inoltre, "Appuntamento a Belleville", rimane uno dei miei film d'animazione preferiti. Quindi, come resistere alla tentazione di aggirarsi per le vie ove visse Édith Piaf, punto di incontro colorato di culture diverse e stratificate?


 

Se invece si desiderasse cominciare da un itinerario più classico, chi non ha mai sognato di perdersi per le vie della città, seguendo la punta della Tour Eifelle che si staglia alta nel cielo? Scendendo dritti da nord, si incontra dapprima la Senna e l' Île de la Cité, il centro medievale della città.

 





























La gotica Cattedrale di Notre-Dame, sede dell'arcivescovo di Parigi, fu costruita qui a partire dal XII secolo; anche il Palais de la Cité, il palazzo di giustizia, con la Sainte-Chapelle e la prefettura si trovano sull'isola. Attraversando il Petit Pont, si arriva diretti alla Sorbona nel Quartiere Latino, una delle più celebri università del mondo. 


Attraversando invece Pont St. Michel, si va verso le Jardin du Luxemburg - o giardino del Senato francese - e il loro palazzo. Creati nel '600 per volere di Maria de' Medici, sono tra i più antichi giardini della capitale. 

Invertendo la rotta, tornando da Montparnasse verso il quartiere latino ad ovest, si arriva verso Saint Germain, sede della celebre abbazia gotica di Saint-Germain-des-Prés.

 
Anche il Pantheon si trova nelle vicinanze.

 

Proseguendo si arriva ai Champ de Mars e alla celebre enorme torre. I Campi di Marte, il cui nome deriva dal Campo Marzio romano, il Dio della guerra, era area d'addestramento militare successivamente trasformata in un giardino. Al di là, la Tour Eiffel

 
 
Inaugurata nel 1889, altra più di 300 metri, realizzata interamente in metallo. Alla fine dell'ottocento un'accesa protesta da parte degli artisti della città, mise in forse la sua costruzione; alla fine invece la stessa fu eseguita in soli due anni, su progetto del famoso Gustave Eiffel. 

 

Riattraversando la Senna, ci si trova a mio parere in uno dei luoghi più panoramici della città: i Jardins du Trocadero, che prendono il nome dalla battaglia combattuta nell''800 tra i francesi e gli spagnoli. Non distante vi è l'Arco di Trionfo, fatto erigere da Bonaparte a ricordo della battaglia di Austerlitz. Visitabile anche all'interno, dal suo tetto si può contemplare il famoso viale dei Champs-Élysées, che proprio da qui, dal centro della Place de l'Étoile, ha inizio.


Boulevard Hausmann porta verso le famosissime Galeries Lafayette, centro commerciale centenario dall'indubbio fascino, posto a non più di 300 metri da uno degli edifici più spettacolari dell'intera capitale: l'Operà.

 
 
L'Operà si trova nell'ottocentesco Palais Garnier. Visitai gli interni in entrambe le occasioni, rimanendo colpito dagli enormi saloni e le scalinate in stile neoclassico, e la volta principale decorata da Marc Chagall.    


Se invece ci si incammina per gli Champs-Élysées, si incontrano numerosi edifici storici dall'enorme importanza, fino a giungere a Place de la Concorde e al Louvre.


Fu Maria de' Medici a voler trasformare dei semplici campi, in un lungo viale alberato; successivamente divenne in una delle più lussuose strade al mondo. Proprio sui Campi Elisi, nel 2006 ho visitato una meravigliosa mostra sui primi lavori Disney, "Il etait une fois walt disney - aux sources de l'art des studios disney", alla Galeries nationales du Grand Palais, grande padiglione espositivo di vetro, costruito per l'Esposizione Universale del 1900. 
 
Anche l'ottocentesca Chiesa della Madeleine, affaccia sul viale.

 

Dato che siamo ormai giunti a Place de la Concorde, e che nelle vicinanze ce ne sono diversi e tra i più importanti, parliamo un po' dei musei. Da dove cominciare? 

 
Ma dal Louvre, che domande. Il più grande museo di Parigi non ha certo bisogno di presentazioni. La fortezza che lo ospita, risale al XII secolo. Ospitò i membri della monarchia francese fino al XVII secolo, e divenne museo già alla fine del '700. Qualche numero: 8,8 milioni visitatori all'anno, 70.000 metri quadrati, 12.000 dipinti. Solo per osservare le sue opere più importanti, non basterebbe un anno. Personalmente, passai ben due giorni, nel 2006, immerso in capolavori di artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Eugène Delacroix, Raffaello, Andrea Mantegna, Jacques-Louis DavidPer non parlare della Venere di Milo, la Nike di Samotracia, e Amore e Psiche di Antonio Canova.




Il secondo museo per importanza, è certamente il Dorsay. Ex stazione ferroviaria di fine '800, posto quasi di fronte al Louvre, sull'altro lato del fiume, mi ha visto ospite in entrambe le occasioni. Inaugurato a metà degli anni '80, ospita numerosi capolavori impressionisti e post-impressionisti creati tra il 1848 e il 1914. Le sue collezioni spaziano tra pittura, fotografia, scultura. La mia opera favorita, tra quelle qui esposte, rimane senza dubbio il Balzac di Auguste Rodin. 

 



Altri musei da segnalare: L'Orangerie, il Museo Picasso, il Palais de Tokyo, il Centro Georges Pompidou.



L'Orangerie, da me visitata entrambe le volte, è vicinissima al Louvre. Situata lungo la Senna, nel Palazzo delle Tuileries, ove un tempo erano conservate le piante degli aranci, contiene oggi una delle più ricchie colleezioni di arte impressionista al mondo: diversi Cézanne, Matisse, Modigliani, Monet, Picasso, Renoir e Rousseau, sono ben dislocati all'interno delle sale e lasciano all'avventore un gran senso di libertà.


 

Nel quartiere Le Marais, oltre a botteghe di ogni tipo e brasserie e la verdissima Place des Vosges, si trova sin dalla fine degli anni '80, l'importante museo dedicato a Pablo Picasso. Oltre 3.000 opere, completato inoltre da parte della sua collezione privata con opere di Cézanne, Degas, Rousseau, Seurat, de Chirico e Matisse. 


Di tutt'altro genere, invece, il Museo d’arte Moderna di Parigi, a Palais de Tokyo, e il Centro Georges Pompidou.

 
 

Per chi fosse poi particolarmente interessato alla settimana arte, il cinema, consigliata una visita al Gran café di Parigi, luogo in cui, oltre centoventi anni fa, fu tenuta la prima proiezione a pagamento. 

 



Infine, se a Parigi andate accompagnati, è d'obbligo la notte un giro in battello sulla Senna. "L’imbarcadero dei Bateaux-Mouches è in prossimità del Pont de l’Alma sul Port de la Conférence. Le imbarcazioni da qui risalgono la Senna verso Notre Dame de Paris, passando davanti al Louvre, all’Hôtel de Ville e alla Conciergerie. Il giro di boa è in prossimità dell’Istituto del Mondo Arabo. Il passaggio dalla Monnaie, piccolo braccio della Senna tra l’Île de la Cité e la Rive Gauche permette di ammirare la Cattedrale Notre Dame da molto vicino. La crociera prosegue passando dal Musée d’Orsay e dall’Assemblée Nationale in direzione della Tour Eiffel." Assolutamente indimenticabile.