Esiste un paese in stato di semi-spopolamento. Pur essendo
accanto all'autostrada, è tagliato fuori dal traffico pesante e dai grandi
itinerari: una strada statale che scorre al di là dell'Adige, verso il
Brennero, una ciclovia, la montagna alle sue spalle. Il suo nome è Brentino
Belluno, in Val Lagarina, e proprio qui inizia il faticoso percorso attraverso
il quale centinaia di fedeli ogni anno raggiungono il soprelevato Santuario della
Madonna della Corona. Sotto quest’ultimo, a strapiombo, è sdraiato il Vajo dell'Orsa,
radure infinite che nascono nell’incontro tra i due versanti della montagna.
Il piazzale della chiesa, offre un ottimo parcheggio anche
durante il fine settimana. Attraversando a piedi il centro, si può notare
quanto poco sia cambiato questo piccolo centro nel corso dei secoli: poche case
montane, all'ombra di una parete rocciosa che fa tramontare il sole ben prima
dell'orario ufficiale.
Dopo aver individuato la fontana storica, dalla Via
Santuario (segnavia 73) si comincia a salire, esattamente come già facevano i
pellegrini nel XVI secolo, i circa 1600 gradini che separano l'abitato dal
santuario.
In un'ora e mezza si raggiunge un dislivello di 700 metri,
portandosi proprio sotto l'antica costruzione scavata nella roccia a ridosso
della montagna. Attraversato il Ponte del Tiglio, si affrontano le ultime
stazioni della via crucis, incontrando dapprima il percorso che scende da
Spiazzi, e poi facendo finalmente ingresso sul piazzale sottostante l'antico edificio.
La prima chiesa, risale al 1500; solo successivamente fu trasformata in
santuario, circa due secoli più tardi.
Tornando sui propri passi, dopo circa dieci minuti di strada
tra carpini e faggi, si incontra sulla destra una discesa piuttosto ripida, che
sfocia in alcuni tratti piuttosto esposti (assicurati comunque da una fune in
acciaio) a strapiombo sul dirupo sottostante. Sarebbe a questo punto bene
ricordare l'importanza di indossare calzature idonee, ma a dire il vero l'esperienza
personale non è stata così terribile come altre guide suggeriscono. Il sentiero
segnavia 75, porta verso il Vajo dell'Orsa, un ambiente ricco di felci
dall'aspetto tropicale che si sviluppa all’interno della spaccatura nella montagna
sovrastante.
Dapprima, come detto, si scende, per poi riprendere a salire;
l'ultima discesa, dopo circa un'ora di strada, ci fa raggiungere alcune
stupende cascate e marmitte di erosione dette "pozzi della luna", di
origine glaciale, e poi un guado piuttosto semplice all'incontro col torrente
Bissole.
A quel punto non resta che risalire dal versante orientale della
montagna, fino a sbucare proprio sopra l'abitato di Brentino. Per fare ritorno,
dopo una discesa a dir poco molto ripida, basta seguire di nuovo il sentiero 74
fino al centro abitato.
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