A voler osservare quasi interamente la catena
montuosa del Baldo, esiste una postazione preferenziale dalla quale poter
buttare un occhio persino alla Val D'Adige. E alla portata di tutti.
Esistono giornate in cui avventurarsi troppo in quota,
significherebbe prendersi dei rischi, vuoi per le avverse condizioni
metereologiche, vuoi per la mancanza di visibilità. Ma ammirare da lontano le
vette, sognando di poterle scalare una alla volta, qualche giorno più tardi:
non è questo il sogno di ogni camminatore che si rispetti?
Il Baldo si estende tra il Lago di Garda e la Val D'Adige. È
formato da diverse Cime, tutte visibili dai paraggi del Rifugio di Novezzina.
Avendo alle spalle la Val D'Adige, possiamo scorgere da sinistra: CimaTelegrafo (2200), Punta Pettorina, che sfiora i 2200 metri è seconda per
altezza solo alla successiva Cima Val Dritta (2218 metri, la più alta); poi
Cima del Longino e Pozzette, più basse, prima di risalire oltre Bocca di
Navene, verso l'Altissimo (2079 metri).
Per arrivare ad osservare il maestoso spettacolo naturale,
basta superare Ferrara di Montebaldo e tenere per Novezzina e Passo Cavallo.
Superati anche i ristoranti, sulla destra parte un sentiero da poco aperto che
ci guida tra le trincee della Prima Guerra Mondiale, in bilico sul versante
est, verso il fiume Adige. Il crinale scosceso è spesso visitato da camosci e
anche le aquile reali nidificano in cima all'impervio canale.
Vi si arriva
in fretta (1 ora andata, 1 ora scarsa il ritorno, circa) seguendo il percorso che porta alle Redutte, a quota 1618, ove un cippo di
marmo nel 1754 segnalava il confine tra Tirolo asburgico e Repubblica
Serenissima. Proprio da qui, potremmo restare ore ad osservare la sottostante
Val d’Adige, oppure, in alternativa, possiamo lasciarci catturare dalla
maestosità della catena montuosa del Baldo che si estende di fronte a noi per
diversi chilometri.