Durante la primavera del 2013 e successiva, abbiamo visitato l'est Europa, in particolare la Romania. Questo è il racconto del primo viaggio, quello alla scoperta della Moldova.
Partenza all'alba da Bergamo, voliamo su Bacau, cittadina della Moldova,
Romania est. Nonostante un
malfunzionamento dell'aereo che ci costringe a ritornare all'aeroporto di partenza dopo una
mezz'ora dal decollo, alle 14.30 orario
locale - un'ora avanti rispetto all'orario italiano - atterriamo all'aeroporto
rumeno, una sorta di stazione delle corriere con due piste d’atterraggio.
Il primo giorno, o per meglio dire il pomeriggio, se ne va
tra un giro nella parte commerciale della città e una cena a base di cibo cinese. Bacau non offre particolari bellezze artistiche, a
parte qualche monastero ortodosso qua e là peraltro inghiottito da una selva di
costruzioni risalenti all’epoca comunista. Si nota però fin da subito
un'aria giovane e frizzante tipica dei paesi in pieno boom economico.
Ovunque
cantieri e costruzioni e nei giorni successivi ci sarà dato osservare col
sorriso una nascente borghesia che ostenta parecchio: auto lussuose messe in
mostra, griffe indossate con sghemba eleganza. Tutto questo cozza molto con ciò
che fa da sfondo: una cittadina di quasi poco meno di 200.000 abitanti in cui
le attività commerciali sono svolte in basse costruzioni a ridosso degli
edifici ai lati delle strade principali, e in mercati enormi ricavati persino
da aree residenziali dismesse. Elementi, questi, tipici anche di altri paesi
dell'est.
Una delle ragioni per cui siamo qui è la visita alla Transilvania e a Brasov, incluso il vicino castello di Bran. Ben
presto però abbandoniamo il proposito di spingerci fin laggiù in quanto
attraversare un paese quasi senza autostrade, può essere molto
difficile e potrebbe richiedere troppo tempo, avendo noi a disposizione solo
una manciata di giorni.
Il secondo giorno ci alziamo presto e ci mettiamo in auto per
raggiungere Slanic Moldova, città a sud di Bacau riconosciuta a livello
nazionale per le sue acque salubri e curative. Il centro abitato è praticamente
deserto, si riempie di turisti provenienti da tutto il paese solo nella
stagione estiva. Per questo presenta molti hotel e un suggestivo percorso tra
giardini e vasche per le trote, che si snoda lungo un torrente.
Ogni tanto ci
si imbatte in una fontana. Sul cartello si possono leggere le caratteristiche
dell'acqua e le indicazioni terapeutiche. Queste acque termali sono state scoperte
sin dal 1801, e possono curare molti disturbi soprattutto a livello di stomaco
e reni. Tornando verso casa scorgiamo su un'altura un antico monastero - uno
dei tanti - e decidiamo di raggiungerlo.
La visita è molto suggestiva,
soprattutto dal punto di vista visivo: molti affreschi restaurati da poco e dai
colori intensi sono presenti all'interno della chiesetta centrale.
Risalendo
verso Bacau attraversiamo una marea di piccoli paesi in cui i 50 all'ora sono
d'obbligo e nei quali non è difficile imbattersi in calessi trainati da
cavalli, persone che rientrano con la zappa sulle spalle dopo una giornata di
duro lavoro, bambini che giocano in mezzo alla strada. Ovunque case
modestissime ma coloratissime. Iniziamo a capire quanto sia difficile effettuare
grandi spostamenti da questa parti. Facciamo una capatina a Târgu Ocna cercando
di intrufolarci in una antica miniera di sale ma siamo fuori tempo limite (è
visitabile solo entro le 16.00) e quindi ci rimettiamo in marcia.
La sera, prima di rincasare, passiamo dal supermercato e
acquistiamo qualcosa per la cena: smetana, una speciale panna acida che dà dipendenza e costate di manzo a volontà. Da queste parti il manzo costa
molto meno rispetto alla carne di maiale, e per altro entrambe sono buonissime.
Il giovedì mattina ci rimettiamo in auto: direzione nord ovest questa volta, verso la Transilvania e Lacu Rosu. A pranzo ci fermiamo vicino a Piatra Neamt e assaggiamo una delle specialità del posto: pizza con pomodori e pollo.
Continuando verso
il particolare lago transilvano, attraversiamo le famose Gole di Bicaz, uno
stretto passaggio lungo circa 10 km tra rocce calcaree dalle pareti alte anche
3-400 metri. Lo scenario circostante è formato da una fitta vegetazione di
pini, abeti, tassi, faggi e ginepri. Anche il massiccio di Haghimas che fa da sfondo
è impressionante e sembra una roccia gigante sospesa sopra la nostra testa:
tutto questo è Transilvania! Lungo la strada assaggiamo tutto il cibo che incontriamo:
da un rotolo di pasta dolce enorme ricoperto di granella di noci e glassa, lo kürtoskalács, a dolcetti più simili a brioche ripieni di cioccolato o noci. Arriviamo sfiniti a Lacu Rosu a pomeriggio inoltrato.
Lacu Rosu deve il suo nome a uno strano fenomeno per il quale sono
visibili in acqua tronchi di abeti rossi spezzati. Molte leggende gravitano
intorno a questa località; in realtà la sua origine è imputabile alla
strozzatura di un fiume che ha allagato una vallata intera sommergendo la
vegetazione.
Ci fermiamo a bere della magica Silva, birra transilvana, in una locanda che presenta più animali impagliati che avventori e prima di fare ritorno, deviamo verso Targu Neamt per visitare la sua antica cittadella fortificata e non possiamo esimerci dal salire fin in cima alla collina per visitarla. La recente ristrutturazione , unita alla vista che si può godere da lassù, ripaga della sfacchinata.
Durante tutti i nostri spostamenti, ci ha colpito la presenza di un
qualcosa a cui non riusciamo a dare un nome… i paesaggi sconfinati e verdi, le
enormi nuvole intagliate dai chilometrici raggi del sole, il tutto in questo
azzurro ancora più enorme, le case decorate e colorate, alcuni sguardi, alcune
espressioni, alcune “arretratezze”, ci fan pensare a quanto ci sia di
spirituale e mistico in questo paese, non sono solo le edicole votive (qui
tantissime) o i monasteri disseminati ovunque, ma è tutto il resto!