Da Vienna a Varsavia, passando
per Bratislava, Budapest, Cracovia ed Aushwitz. Settembre 2008: a spasso per
l'Europa a bordo di un Transporter T25. 10 giorni di follia sulle strade
dell'ex cortina di ferro. 4 viaggiatori, 11 giorni di viaggio, percorsi circa 1900
km. Sul furgone, sempre parcheggiato nelle piazze delle maggiori città
visitate, si è dormito, spesso mangiato, si sono condivisi spazi angusti. Ci si
è divertiti a guardare i paesaggi circostanti con occhi certamente diversi da
quelli del turista che comodo e rilassato si gode il relax dell’all-inclusive.
Lungo la strada, abbiamo incontrato città in piena fase di transizione tra
passato e futuro. Questo è il resoconto dei posti visitati, ben diversi dalle
mete low-cost in cui oggi, a quasi dieci anni di distanza, si sono trasformati.
Certo, città come Bratislava erano di certo meno brillanti, ma proprio per questo
forse più autentiche.
Padova – Vienna, 640 km.
Partenza dall'ateneo di Padova.
Claudio doveva raggiungere il luogo scelto per l'Erasmus. Perché non
accompagnarlo? Caricato il minimo indispensabile, lasciammo il Veneto nel
pomeriggio, facendo ingresso dapprima in Slovenia e poi finalmente in Austria.
Parcheggiammo in pieno centro a Vienna, la sera, di fronte ad una Stube dove
cenammo.
Vienna
Vedere la capitale austriaca in
24 ore è folle e sconsigliato, ma era il ruolino di marcia ad imporci ritmi
serrati. Così partimmo a piedi la mattina presto per visitare almeno i luoghi
principali.
Il Palazzo della Secessione,
costruito a fine '800 secondo i canoni dello "Stile Liberty", rappresenta
il manifesto del movimento della Secessione viennese. L'architetto Joseph Maria
Olbrich, disegnò l'edificio con lo scopo di rappresentare un punto di rottura
con l'arte del passato, come riporta il motto: "Der Zeit ihre Kunst, der
Kunst ihre Freiheit" ("A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua
libertà"), posto sulla cupola.
L' Orologio dell'Anker è un
carillon dislocato nella più celebre piazza viennese, Hoher Markt. Anch'esso in
stile liberty, risalente all'inizio del '900, alle 12 di ogni giorno vede sfilare
dal suo interno le 12 statuette rappresentanti i più famosi personaggi della
storia della capitale.
La gotica Cattedrale di Santo
Stefano, fondata nel 1100, si trova a Stephansplatz. Sulla facciata svettano
due torri dei Pagani alte oltre 60 metri. Il campanile è chiamato dagli
abitanti “Steffl” (Stefanino), mentre il tetto spiovente è rivestito in
maiolica. Tre navate maestose dividono gli interni. Sotto il Duomo, sono
presenti le catacombe con le urne contenenti parte dei resti degli imperatori.
Il Parlamento di Vienna, si trova
lungo una delle maggiori arterie della città: la Ringstrasse. Terminato nel
1883, è ispirato all'architettura greca. Fu edificato dopo l'abbattimento delle
mura che circondavano la città sin da '300.
La chiesa dei Minoriti, artisticamente
parlando è una delle chiese più antiche e ricche della capitale. Pur avendo il
nome ufficiale di "Chiesa nazionale italiana Maria della neve", è costruita
secondo lo stile gotico francese.
La Chiesa di San Carlo |
Il castello di Schönbrunn è la
famosa reggia imperiale di Vienna. Fu la lussuosissima abitazione degli Asburgo
per un paio di secoli, fino al 1918. Benché un tempo si trovasse in aperta
campagna, ben distante dai palazzi viennesi, oggi giorno, con l'estendersi dei confini
cittadini, si trova inglobata all'interno del tessuto metropolitano.
I
Schönbrunn Gardens, i giardini barocchi del castello, sono un'estesa piana
verde ritagliata dai boschi adiacenti e arricchita con aiole colorate e statue.
Non è raro imbattersi negli scoiattoli in cerca di cibo.
Vienna – Bratislava, 80 Km.
Vienna e Bratislava sono davvero
vicine; e pensare che ancor oggi è attivo un volo tra gli aeroporti delle due
capitali.
Ricordo Bratislava, come una
delle città meno rimodernate in assoluto. Molti lavori in corso, le sue strade
non sembravano affatto quelle di una capitale, ma piuttosto quelle di una
antica cittadina, colta di sorpresa dall'ingresso nella moneta unica europea.
In effetti, qualcosa di vero c'è, o meglio c'era. La Slovacchia ottenne
l'indipendenza dalla Repubblica Ceca solo nel 1992, ed entrò tra le fila dei
paesi Euro solo all'inizio del 2009. Quindi, a parte i preparativi per i
festeggiamenti, la situazione era piuttosto tranquilla.
La città fu abitata nel tempo da
diverse popolazioni: slovacchi, cechi, tedeschi, ungheresi, e capitale del
Regno d'Ungheria sotto gli Asburgo per ben due secoli, fino alla fine del '700.
Oggi è sede del Parlamento
Slovacco, e il suo centro storico, posto sulle alture che dominano il Danubio,
è decisamente interessante. A parte l'altolocato Castello della città, e il
Castello di Devìn, vi è una quantità innumerevole di luoghi di culto, tra cui
la famosa Chiesa Blu, la Chiesa dei Trinitari e la meno sfavillante Klarisky Church.
Chiesa Klarisky |
Bratislava – Budapest, 200 Km.
Da Bratislava, raggiungere
Budapest è un gioco da ragazzi. Il paesaggio, qui, inizia ad essere davvero
suggestivo: i Carpazi si intravedono in lontananza, i boschi e i prati sono ovunque
e il bestiame pascola liberamente senza alcun tipo - o almeno così sembra - di
sorveglianza.
Il primo edificio incontrato,
entrando in città, è il Palazzo delle Poste cittadino.
La capitale dell'Ungheria non è
altro che l'unione di due centri un tempo ben distinti: l'alta e medievale
Buda, e la più recente Pest, al di là del fiume. Conta su un agglomerato urbano
di quasi 3 milioni di abitanti. L'alba e il tramonto sul fiume sono maestosi,
grazie anche ad una serie di ponti molto particolari che uniscono le due
sponde.
A Pest si trova l'immenso palazzo
del Parlamento, che nel tempo è divenuto simbolo dell'intera capitale e una
delle mete turistiche più ricercate. Esempio di architettura neogotica, fu
costruito all'inizio del '900 a sancire l'indipendenza dall'Austria.
A far da contraltare, sull'altra
sponda del fiume, il castello di Buda ospitò i regnanti ungheresi in città.
Chiamato in passato anche palazzo reale, dalle sue alture è possibile rimirare
per intero la capitale. Costruito nel '400 sul lato sud della collina, al suo
interno ospita il Museo Storico di Budapest che illustra la storia della città
sino alla fine dell'era comunista.
Il Ponte delle Catene, è il ponte
più vecchio e famoso. Questo lungo ponte sospeso, è decorato con statue di
leoni e collega le due parti della città sin dalla prima metà dell'800.
Diversi sfarzosi hotel sono
disseminati per la città: oltre a quello che ha ispirato il film Gran Budapest
Hotel, lo storico Hotel Corinthia, da segnalare anche il Four seasons che si
trova a Pest, proprio di fronte all'imbocco del ponte delle Catene, e il non
distante City Hotel Matyas.
La Sinagoga, costruita nella
prima metà dell'800 nel quartiere ebraico, a Pest, rappresenta il più grande
luogo di culto ebraico d'Europa e la quarta al mondo, con quasi 3000 posti a
sedere.
Di fronte al Bastione dei
Pescatori, Piazza della Trinità, a Buda, è una piazza davvero suggestiva e
ospita la tardo-gotica chiesa di Mattia e la nota Colonna della Santissima
Trinità.
Rientrando verso il Castello di
Buda, illuminato a partire dal tramonto, non si può che rimirare da lontano la
statua di San Gellert, posto sul pendio sud della collina. San Gerardo, il
patrono della città, fu martirizzato dai cittadini che non vollero adottare il
Cristianesimo come religione di stato. La statua, situata lassù all'inizio del
'900, è contornata da un colonnato semicircolare e sembra quasi salutare i
visitatori in partenza per altri lidi.
Budapest – Cracovia, 500 Km.
Partendo da Budapest, in
direzione Polonia, è bene scegliere il percorso attentamente. Tra i due paesi
si estende la catena montuosa dei Carpazi e il dislivello da affrontare è
notevole, soprattutto per un mezzo come quello su cui viaggiavamo noi. Ricordo
di essere rimasti a piedi a causa dell'eccessivo riscaldamento del radiatore.
In cerca di acqua ebbi la straordinaria idea di scendere per un dirupo, e avventurarmi
verso un villaggio che avevo intravisto in lontananza tra gli abeti. Idea che
si rivelò del tutto inutile, dato che il paese era una sorta di villaggio
fantasma, smantellato qualche decina di anni prima.
Da queste parti, sorprese di
questo tipo non sono affatto rare. I Lemki, una popolazione locale, pagò lo
scotto di abitare proprio queste zone di confine e fu deportata più volte nel
corso della storia. Qualcosa di simile doveva essere successa agli abitanti del
paese in cui mi ero imbattuto. Per chiunque voglia approfondire, ecco il link a
cui poterlo fare.
L'ingresso in Polonia avvenne
dopo molte ore; ci fermammo a mangiare in una sorta di baita-osteria in cui
servivano, come di consueto, un ottimo gulasch di selvaggina, birra Pilsner e
una bevanda ai frutti di bosco per profumare l'alito in attesa della
digestione.
Cracovia è la cittadina nota al
mondo per aver ospitato il pontefice Giovanni Paolo II in veste di vescovo. Ex
capitale del paese e oggi grande centro commerciale e industriale, ha una
popolazione di più di 700.000 abitanti. Il suo centro storico, inserito tra i
siti Unesco, è davvero d'impatto, grazie alla sua immensa piazza centrale e per
i verdi giardini del Planty che circondano il centro. La Torre del Municipio,
che svetta al centro della piazza, è alta ben 70 metri. L'architetto Piotr
Beber la fece costruire dietro ad un edificio che fu successivamente bombardato
pesantemente dagli austriaci al fine di ampliare la Piazza del Mercato. Accanto
ad essa, la Piccola Piazza del Mercato (Maly Rynek), è ben più raccolta ed
armoniosa, con i palazzi ben ristrutturati e intatti portici del tutto simili a
quelli delle nostre città padane.
Cracovia – Katowice, 80 Km.
Il giorno successivo, ci
trasferimmo a Katowice, luogo in cui si sarebbe dovuto svolgere l’Erasmus. Non
lontana da Cracovia, questa città crebbe notevolmente con la rivoluzione industriale
ed ospita diversi edifici d'Art Nouveau.
Katowice – Aushwitz, 40 Km.
Partiti l'indomani, facemmo
davvero fatica a trovare il campo di concentramento di Auschwitz. Non esistono
molte indicazioni, o per lo meno non ne trovammo. L'arrivo fu funestato da una
pioggerellina finissima che insieme ad un vento incessante, resero ancora più
tetra quella visita. È quasi impossibile, in una giornata, riuscire a visitare
tutto il vasto complesso di campi sorto nelle vicinanze di Oświęcim; tuttavia
basta qualche ora là dentro per ripensare decisamente alla propria visione
delle cose.
Katowice – Czestochowa, 75 Km.
Czestochowa ospita il famosissimo
santuario della Vergine Nera, un'icona bizantina che ritrae la Madonna col
Bambino. Portata a Czestochowa nel 1382, nel XVII secolo rappresentò per i
polacchi la resistenza al giogo straniero. Centinaia di migliaia di pellegrini
ogni anno accorrono per le celebrazioni e le liturgie.
Czestochowa - Varsavia 260 Km.
Il giorno stesso, in serata,
raggiungemmo Varsavia. Ai bordi delle strade, lungo arterie che tagliano nel
bel mezzo di boschi di migliaia di ettari, gli abitanti di queste zone rurali
sono soliti vendere funghi freschi, fiori, piccolo artigianato, il povero
raccolto del proprio orto. In lontananza enormi centrali nucleari ancora
attive.
Da lontano, il Palazzo della
cultura e della scienza, grattacielo in stile sovietico, ci diede il benvenuto.
Ben visibile da diversi isolati di distanza, la sua torre è alta più di 230
metri e domina il centrale quartiere finanziario di Varsavia. La città fu praticamente
rasa al suolo dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale; oggi è possibile
aggirarsi per l'ex Ghetto cercando sui palazzi le cicatrici della guerra.
Come
dimenticare il film di Polansky ambientato qui? Ne "Il pianista", un
ottimo Adrien Brody impersona un pianista ebreo e narra le vicende
dell'occupazione e della sopraffazione ad opera delle truppe occupanti. Intanto,
nuovi palazzi e centri commerciali come il "Golden Terraces", cercano
di sanare ferite ancora aperte e diseguaglianza ben presenti ancora oggi.