mercoledì 14 giugno 2017

Carezza, azzurra perla delle dolomiti


Il lago di Carezza. Disperso nelle valli che anticipano le dolomiti: azzurro smeraldo nelle giornate estive e completamente ghiacciato in inverno. Ci si ritempra sulle sue sponde in primavera, ci si sdraia sulla sua superficie ghiacciata durante i tetri pomeriggi invernali, prima di risalire le vette rocciose che lo osservano dall'alto.

 
Passo Costalunga, si trova esattamente a metà strada tra le due enormi catene montuose del Latemar e del Catinaccio-Rosengarten. Entrambe, la sera si colorano di un rosa intenso; ciò lascia ben sperare per il giorno successivo.


Nella vallata, trovano ordinatamente posto baite, ristoranti, e il meraviglioso Grand Hotel. Una struttura d'altri tempi, quest'ultima, residenza estiva della principessa Sissi, ospitò più volta Agata Christie. Ad oggi appare come un'enorme mastodontica versione dell'Overlook Hotel, abbandonata a sé stessa per lo più nei mesi invernali.



Il primo percorso possibile, il N.18 che poi si trasforma in N.20, è quello che partendo proprio di fronte all’Hotel, porta fino a ridosso della parete del Latemar. 



Dopo una breve salita, si arriva ai Prati del Latemar e successivamente all'interno di quello che è un vero e proprio labirinto: una serie di enormi massi, intervallati da flora e abeti, tentano più volte di far perdere l'orientamento a chi si avventuri al suo interno. 





Seguendo la pista fino alla fine, si giunge al percorso che Agatha Christie era solita fare durante i suoi numerosi soggiorni al Grand Hotel. Prova dell'amore incondizionato che la scrittrice inglese nutriva per questi posti incantati, è il romanzo giallo "The big Four", ambientato proprio da queste parti:
"I cannot describe the hour that followed. We were hurried through the woods at a break-neck pace, going uphill the whole time. At last we emerged in the open, on the mountain-side, and I saw just in front of us an extraordinary conglomeration of fantastic rocks and boulders. This must be the Felsenlabyrynth of which Harvey had spoken. Soon we were winding in and out of its recesses. The place was like a maze devised by some evil genie".




Il secondo sentiero consigliato, è in realtà una serie di sentieri possibili che portano a scalare parzialmente o completamente il Catinaccio. 



Salendo attraverso la funivia fino al Rifugio Paolina, ci si avvicina ai 2000 metri di altitudine. Da qui, vi sono due percorsi possibili: il primo porta ad avventurarsi fin verso 2700 metri e poi ad arrampicarsi e "tagliare" all'interno della montagna stessa, percorrendo una buona parte della catena montuosa; il secondo, più fattibile, di circa 4 ore, conduce, appena oltre il rifugio Vajolet, a tagliare per la prima spaccatura disponibile e consente così ritornare dall'altro versante. 


 

 
 
 

Inutile parlare del panorama sulla valle sottostante e sui monti limitrofi. Occorre osservarlo di persona.

mercoledì 7 giugno 2017

Monte Altissimo, l'ultima cima del Baldo verso il Trentino


Il Monte Altissimo rappresenta l'ultima democratica chance per ammirare nella sua interezza il Lago di Garda. Ultima, perché oltre iniziano le montagne trentine e il faticoso massiccio del Bondone; democratica, dato che iniziando il sentiero ai piedi della vetta, è alla portata anche dei meno allenati. 




Dal Rifugio Graziani, a 1617 metri di altitudine, si comincia a salire lungo un comodo percorso sterrato. Per i più audaci è possibile tagliare in più punti.



In circa un'ora, mediante il sentiero 633, si giunge dapprima ad un enorme prato a 2074 metri.
Proseguendo oltre, si incontra il rifugio Damiano Chiesa.


Sotto di noi, nelle giornate limpide, l'intera estensione del lago di Garda. Verso nord, Rovereto e le vicine montagne trentine.