lunedì 15 settembre 2008

Go East! - Slovenia, Austria, Slovacchia, Ungheria, Polonia



 
Da Vienna a Varsavia, passando per Bratislava, Budapest, Cracovia ed Aushwitz. Settembre 2008: a spasso per l'Europa a bordo di un Transporter T25. 10 giorni di follia sulle strade dell'ex cortina di ferro. 4 viaggiatori, 11 giorni di viaggio, percorsi circa 1900 km. Sul furgone, sempre parcheggiato nelle piazze delle maggiori città visitate, si è dormito, spesso mangiato, si sono condivisi spazi angusti. Ci si è divertiti a guardare i paesaggi circostanti con occhi certamente diversi da quelli del turista che comodo e rilassato si gode il relax dell’all-inclusive. Lungo la strada, abbiamo incontrato città in piena fase di transizione tra passato e futuro. Questo è il resoconto dei posti visitati, ben diversi dalle mete low-cost in cui oggi, a quasi dieci anni di distanza, si sono trasformati. Certo, città come Bratislava erano di certo meno brillanti, ma proprio per questo forse più autentiche.




Padova – Vienna, 640 km.



Partenza dall'ateneo di Padova. Claudio doveva raggiungere il luogo scelto per l'Erasmus. Perché non accompagnarlo? Caricato il minimo indispensabile, lasciammo il Veneto nel pomeriggio, facendo ingresso dapprima in Slovenia e poi finalmente in Austria.


Parcheggiammo in pieno centro a Vienna, la sera, di fronte ad una Stube dove cenammo.  




Vienna



Vedere la capitale austriaca in 24 ore è folle e sconsigliato, ma era il ruolino di marcia ad imporci ritmi serrati. Così partimmo a piedi la mattina presto per visitare almeno i luoghi principali. 



Il Palazzo della Secessione, costruito a fine '800 secondo i canoni dello "Stile Liberty", rappresenta il manifesto del movimento della Secessione viennese. L'architetto Joseph Maria Olbrich, disegnò l'edificio con lo scopo di rappresentare un punto di rottura con l'arte del passato, come riporta il motto: "Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit" ("A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà"), posto sulla cupola.

 


L' Orologio dell'Anker è un carillon dislocato nella più celebre piazza viennese, Hoher Markt. Anch'esso in stile liberty, risalente all'inizio del '900, alle 12 di ogni giorno vede sfilare dal suo interno le 12 statuette rappresentanti i più famosi personaggi della storia della capitale. 

 

La gotica Cattedrale di Santo Stefano, fondata nel 1100, si trova a Stephansplatz. Sulla facciata svettano due torri dei Pagani alte oltre 60 metri. Il campanile è chiamato dagli abitanti “Steffl” (Stefanino), mentre il tetto spiovente è rivestito in maiolica. Tre navate maestose dividono gli interni. Sotto il Duomo, sono presenti le catacombe con le urne contenenti parte dei resti degli imperatori.

 


Il Parlamento di Vienna, si trova lungo una delle maggiori arterie della città: la Ringstrasse. Terminato nel 1883, è ispirato all'architettura greca. Fu edificato dopo l'abbattimento delle mura che circondavano la città sin da '300. 

 


La chiesa dei Minoriti, artisticamente parlando è una delle chiese più antiche e ricche della capitale. Pur avendo il nome ufficiale di "Chiesa nazionale italiana Maria della neve", è costruita secondo lo stile gotico francese. 

La Chiesa di San Carlo


Il castello di Schönbrunn è la famosa reggia imperiale di Vienna. Fu la lussuosissima abitazione degli Asburgo per un paio di secoli, fino al 1918. Benché un tempo si trovasse in aperta campagna, ben distante dai palazzi viennesi, oggi giorno, con l'estendersi dei confini cittadini, si trova inglobata all'interno del tessuto metropolitano.

 
I Schönbrunn Gardens, i giardini barocchi del castello, sono un'estesa piana verde ritagliata dai boschi adiacenti e arricchita con aiole colorate e statue. Non è raro imbattersi negli scoiattoli in cerca di cibo.

 



Vienna – Bratislava, 80 Km.




 
Vienna e Bratislava sono davvero vicine; e pensare che ancor oggi è attivo un volo tra gli aeroporti delle due capitali. 


Ricordo Bratislava, come una delle città meno rimodernate in assoluto. Molti lavori in corso, le sue strade non sembravano affatto quelle di una capitale, ma piuttosto quelle di una antica cittadina, colta di sorpresa dall'ingresso nella moneta unica europea. In effetti, qualcosa di vero c'è, o meglio c'era. La Slovacchia ottenne l'indipendenza dalla Repubblica Ceca solo nel 1992, ed entrò tra le fila dei paesi Euro solo all'inizio del 2009. Quindi, a parte i preparativi per i festeggiamenti, la situazione era piuttosto tranquilla.

La città fu abitata nel tempo da diverse popolazioni: slovacchi, cechi, tedeschi, ungheresi, e capitale del Regno d'Ungheria sotto gli Asburgo per ben due secoli, fino alla fine del '700.

Oggi è sede del Parlamento Slovacco, e il suo centro storico, posto sulle alture che dominano il Danubio, è decisamente interessante. A parte l'altolocato Castello della città, e il Castello di Devìn, vi è una quantità innumerevole di luoghi di culto, tra cui la famosa Chiesa Blu, la Chiesa dei Trinitari e la meno sfavillante Klarisky Church.

Chiesa Klarisky



Bratislava – Budapest, 200 Km.



 

Da Bratislava, raggiungere Budapest è un gioco da ragazzi. Il paesaggio, qui, inizia ad essere davvero suggestivo: i Carpazi si intravedono in lontananza, i boschi e i prati sono ovunque e il bestiame pascola liberamente senza alcun tipo - o almeno così sembra - di sorveglianza. 


Il primo edificio incontrato, entrando in città, è il Palazzo delle Poste cittadino.

 

La capitale dell'Ungheria non è altro che l'unione di due centri un tempo ben distinti: l'alta e medievale Buda, e la più recente Pest, al di là del fiume. Conta su un agglomerato urbano di quasi 3 milioni di abitanti. L'alba e il tramonto sul fiume sono maestosi, grazie anche ad una serie di ponti molto particolari che uniscono le due sponde.



A Pest si trova l'immenso palazzo del Parlamento, che nel tempo è divenuto simbolo dell'intera capitale e una delle mete turistiche più ricercate. Esempio di architettura neogotica, fu costruito all'inizio del '900 a sancire l'indipendenza dall'Austria.



A far da contraltare, sull'altra sponda del fiume, il castello di Buda ospitò i regnanti ungheresi in città. Chiamato in passato anche palazzo reale, dalle sue alture è possibile rimirare per intero la capitale. Costruito nel '400 sul lato sud della collina, al suo interno ospita il Museo Storico di Budapest che illustra la storia della città sino alla fine dell'era comunista.



 
 
 


Il Ponte delle Catene, è il ponte più vecchio e famoso. Questo lungo ponte sospeso, è decorato con statue di leoni e collega le due parti della città sin dalla prima metà dell'800. 

 


Diversi sfarzosi hotel sono disseminati per la città: oltre a quello che ha ispirato il film Gran Budapest Hotel, lo storico Hotel Corinthia, da segnalare anche il Four seasons che si trova a Pest, proprio di fronte all'imbocco del ponte delle Catene, e il non distante City Hotel Matyas. 

 


La Sinagoga, costruita nella prima metà dell'800 nel quartiere ebraico, a Pest, rappresenta il più grande luogo di culto ebraico d'Europa e la quarta al mondo, con quasi 3000 posti a sedere.

 


Di fronte al Bastione dei Pescatori, Piazza della Trinità, a Buda, è una piazza davvero suggestiva e ospita la tardo-gotica chiesa di Mattia e la nota Colonna della Santissima Trinità.

 


Rientrando verso il Castello di Buda, illuminato a partire dal tramonto, non si può che rimirare da lontano la statua di San Gellert, posto sul pendio sud della collina. San Gerardo, il patrono della città, fu martirizzato dai cittadini che non vollero adottare il Cristianesimo come religione di stato. La statua, situata lassù all'inizio del '900, è contornata da un colonnato semicircolare e sembra quasi salutare i visitatori in partenza per altri lidi.

 



Budapest – Cracovia, 500 Km.


 

Partendo da Budapest, in direzione Polonia, è bene scegliere il percorso attentamente. Tra i due paesi si estende la catena montuosa dei Carpazi e il dislivello da affrontare è notevole, soprattutto per un mezzo come quello su cui viaggiavamo noi. Ricordo di essere rimasti a piedi a causa dell'eccessivo riscaldamento del radiatore. In cerca di acqua ebbi la straordinaria idea di scendere per un dirupo, e avventurarmi verso un villaggio che avevo intravisto in lontananza tra gli abeti. Idea che si rivelò del tutto inutile, dato che il paese era una sorta di villaggio fantasma, smantellato qualche decina di anni prima.

Da queste parti, sorprese di questo tipo non sono affatto rare. I Lemki, una popolazione locale, pagò lo scotto di abitare proprio queste zone di confine e fu deportata più volte nel corso della storia. Qualcosa di simile doveva essere successa agli abitanti del paese in cui mi ero imbattuto. Per chiunque voglia approfondire, ecco il link a cui poterlo fare.


 
 

L'ingresso in Polonia avvenne dopo molte ore; ci fermammo a mangiare in una sorta di baita-osteria in cui servivano, come di consueto, un ottimo gulasch di selvaggina, birra Pilsner e una bevanda ai frutti di bosco per profumare l'alito in attesa della digestione.


 


Cracovia è la cittadina nota al mondo per aver ospitato il pontefice Giovanni Paolo II in veste di vescovo. Ex capitale del paese e oggi grande centro commerciale e industriale, ha una popolazione di più di 700.000 abitanti. Il suo centro storico, inserito tra i siti Unesco, è davvero d'impatto, grazie alla sua immensa piazza centrale e per i verdi giardini del Planty che circondano il centro. La Torre del Municipio, che svetta al centro della piazza, è alta ben 70 metri. L'architetto Piotr Beber la fece costruire dietro ad un edificio che fu successivamente bombardato pesantemente dagli austriaci al fine di ampliare la Piazza del Mercato. Accanto ad essa, la Piccola Piazza del Mercato (Maly Rynek), è ben più raccolta ed armoniosa, con i palazzi ben ristrutturati e intatti portici del tutto simili a quelli delle nostre città padane. 


 



Cracovia – Katowice, 80 Km.



Il giorno successivo, ci trasferimmo a Katowice, luogo in cui si sarebbe dovuto svolgere l’Erasmus. Non lontana da Cracovia, questa città crebbe notevolmente con la rivoluzione industriale ed ospita diversi edifici d'Art Nouveau.




Katowice – Aushwitz, 40 Km.



Partiti l'indomani, facemmo davvero fatica a trovare il campo di concentramento di Auschwitz. Non esistono molte indicazioni, o per lo meno non ne trovammo. L'arrivo fu funestato da una pioggerellina finissima che insieme ad un vento incessante, resero ancora più tetra quella visita. È quasi impossibile, in una giornata, riuscire a visitare tutto il vasto complesso di campi sorto nelle vicinanze di Oświęcim; tuttavia basta qualche ora là dentro per ripensare decisamente alla propria visione delle cose.


 

Katowice – Czestochowa, 75 Km.



Czestochowa ospita il famosissimo santuario della Vergine Nera, un'icona bizantina che ritrae la Madonna col Bambino. Portata a Czestochowa nel 1382, nel XVII secolo rappresentò per i polacchi la resistenza al giogo straniero. Centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno accorrono per le celebrazioni e le liturgie.


 
 
 


Czestochowa - Varsavia 260 Km.



Il giorno stesso, in serata, raggiungemmo Varsavia. Ai bordi delle strade, lungo arterie che tagliano nel bel mezzo di boschi di migliaia di ettari, gli abitanti di queste zone rurali sono soliti vendere funghi freschi, fiori, piccolo artigianato, il povero raccolto del proprio orto. In lontananza enormi centrali nucleari ancora attive. 



Da lontano, il Palazzo della cultura e della scienza, grattacielo in stile sovietico, ci diede il benvenuto. 


Ben visibile da diversi isolati di distanza, la sua torre è alta più di 230 metri e domina il centrale quartiere finanziario di Varsavia. La città fu praticamente rasa al suolo dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale; oggi è possibile aggirarsi per l'ex Ghetto cercando sui palazzi le cicatrici della guerra. 




Come dimenticare il film di Polansky ambientato qui? Ne "Il pianista", un ottimo Adrien Brody impersona un pianista ebreo e narra le vicende dell'occupazione e della sopraffazione ad opera delle truppe occupanti. Intanto, nuovi palazzi e centri commerciali come il "Golden Terraces", cercano di sanare ferite ancora aperte e diseguaglianza ben presenti ancora oggi.