lunedì 24 settembre 2012

I sentieri delle cinque terre



 
Per anni, tra amici, siamo tornati su questa costa. L’abbiamo percorsa lungo i suoi sentieri, assaggiato il suo cibo, gustato il profumo del suo basilico nei grandi vasi di recupero. Sognato di vendemmiare questi terrazzamenti che danno vini unici, a bordo di tipici carrelli semi-automatizzati. 

I primi anni si viveva per qualche giorno in auto, equipaggiati di tutto punto: sacchi a pelo, spazzolini, cibo leggero - il più delle volte insalate di tonno in scatola, frutta secca, biscotti - molto tè freddo – che è l’unica bevanda che si può bere anche scaldata dal sole - e tanta voglia di faticare lungo i sentieri impervi della riviera spezzina spendendo il minimo indispensabile. Poi, nel tempo ci siamo evoluti e siamo passati al più confortevole Wolkswagen Werstfalia, che fungeva anche da cucina e da camera da letto. Non essendo più costretti a dormire in auto, spremuti come sardine, potevamo rilassarci e goderci al meglio i panorami durante il giorno.


 
Ecco dunque uno spaccato del Parco Regionale delle 5 terre: una bella cartolina troppo spesso deturpata da abusivismo edilizio e legislazioni alquanto anomale.





Il paese in cui sempre abbiamo soggiornato, è Corniglia: punto di partenza perfetto per ogni tipo di percorso, essendo il paese costiero centrale, qui, a differenza degli altri paesi del parco, il mare te lo devi guadagnare. Attraversando tutto il colorato centro, arroccato sulla scogliera a picco sul mare, e scendendo poi per una ripida scaletta di cemento che porta a una caletta meravigliosa. 


Il tramonto da qui è stupendo e sempre stupisce per la sua faticosa bellezza dei suoi scorci. Prima di risalire, più di una volta abbiamo approfittato della magica doccia sugli scogli per toglierci la stanchezza e il sale dalla pelle accumulato durante il giorno. Proprio qui, mi è capitato di sdocciarmi di fronte al mare in burrasca, coi granchi che mi lambivano le caviglie, un'esperienza che basta a rimettere ordine nei pensieri. Col buio si risaliva fin al paese e ci si rifugiava sul furgone per cucinare qualcosa ci commestibile o semplicemente per rifiatare: si sta meglio che in una suite a quell'ora, con la brezza che entra dal portellone aperto e soffia via l'afa della giornata.



Il Sentiero Azzurro: da Corniglia a Monterosso






Sconsigliato nelle giornate eccessivamente afose, il sentiero Azzurro, che si dirige in direzione nord-ovest, da Corniglia passa per Vernazza e raggiunge Monterosso e le sue spiagge. Ogni anno trovavamo totalmente ingiustificato dover pagare 5 euro per l’ingresso ai sentieri. Benché così facendo si possa godere di percorsi e scorci mozzafiato, utilizzando le ferrovie si paga addirittura di meno! Ma perché non ricaricare chi adopera le comodità e premiare chi invece vuole guadagnarsi la bellezza di persona col sudore della fronte? 

 
Ci si impiega circa un’ora per fare i 4 Km che separano Corniglia da Vernazza tra panorami stupendi e mulattiere che partono dalla strada principale e si snodano in su verso la montagna. A Vernazza, sono sempre visibili le cicatrici del disastro avvenuto alla fine del 2011. E dove le crepe sono state riparate, ci pensano i cartelloni a rendere gli avventori protagonisti involontari del dramma collettivo della popolazione. Continuando il percorso, si sale dietro la chiesa e si ricomincia a salire - questa la parte più dura di tutto il Sentiero Azzurro - verso Monterosso. Altri 3,5 Km in un’ora e mezza di afa e sole a picco e si inizia ad intravedere tra la vegetazione di olivi e i numerosi agavi, le spiagge del paese successivo. Scendendo ancora una volta di quota, si fa poi ingresso nel centro del paese, una lingua di terra affacciata sul mare. La spiaggia libera è davvero striminzita e gli stabilimenti balneari, a differenza di quanto previsto dalla legge, occupano quasi tutto lo spazio disponibile. Nemmeno davanti ai lettini è permesso sostare. A garanzia della buona fede dei bagnini, ci sarebbe una particolare legislazione comunale che consentirebbe la sosta sul bagnasciuga solo a chi se lo può permettere. Molti stranieri, probabilmente facoltosi, affollano questi lidi; peccato che posti come questi siano appannaggio di un turismo prettamente d'élite. Dover pagare per usufruire di litorali bellissimi – passeggiare e riposare nei pochi spazi ancora esenti da cemento - è sintomatico della condizione in cui versa il nostro paese. Qui, per concedersi un bagno, bisogna restare il più possibile lontani dalla spiaggia!



Il Sentiero Azzurro: da Corniglia a Riomaggiore




Il percorso più semplice, è quello che da Corniglia porta a Riomaggiore. Il primo tratto, che porta a Manarola, è tutto sommato piuttosto avventuroso, mentre l’ultimo, chiamato anche “La via dell’amore”, è prettamente turistico-scenografico. In un’ora e un quarto circa si copre la distanza del primo tratto di terra battuta, mentre in soli 20 minuti si arriva poi a Riomaggiore.

Manarola è un piccolo e variopinto borgo marinaro celebre per il passito Sciachetrà – che significa letteralmente “schiacciato” - ottenuto dalla vinificazione in bianco dei vigneti a picco sul mare.  Il tratto pedonale che la collega col paese precedente è stato scavato nella roccia, negli anni 20, ed era inizialmente stata ideata come passaggio di servizio alla ferrovia adiacente. Riomaggiore, il più meridionale dei borghi visitati a piedi, è anche quello che ad essere sinceri meno ha destato il mio interesse. 


Venendo da queste parti, poi, è raccomandabile non dimenticare di fare una capatina alla romantica Porto Venere; 

  

e soprattutto nei giorni del Palio del Golfo, anche a La Spezia. 

 

domenica 23 settembre 2012

Sicilia orientale e occidentale



 
Spesso, prima di intraprendere un viaggio, mi documento attentamente su ciò che hanno trovato, prima di me, altri e più celebri viaggiatori.

Uno dei miei punti di riferimento, resta Johann Wolfgang von Goethe, colui che per primo si mise a rimirare i resti del castello di Malcesine, sul lago di Garda, venendo per questo additato come "uno strano soggetto" dagli abitanti locali. Il popolino, già nell'ottocento rifuggiva le proprie origini, considerando ogni vecchio rudere, qualcosa da abbattere per far posto al nuovo. Il romantico tedesco, invece, preferiva di gran lunga conservare la bellezza delle cose andate, contrapponendo già in quell'epoca - di certo non compromessa come quella in cui viviamo attualmente - una povertà fatta di cose semplici ma meravigliose ad uno sfarzo che molto spesso tende a sfociare nel cattivo gusto. Ci si abitua a tutto, dicono, anche e soprattutto alla bellezza. E questo è uno dei grandi problemi dell’umanità: il non riuscire ad accontentarsi di ciò di cui si può godere gratis: un paesaggio, una spiaggia, un bosco, un raggio di sole.


In Sicilia, molto è rimasto nel bene e nel male come 50 anni fa. Lo stentato sviluppo industriale, ha dato vita ad un sogno per il turista che si appresti a visitarla con il dovuto rispetto: «L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto» scrisse proprio Goethe all'inizio dell’800. «La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita».





Sicilia orientale





Il mio primo viaggio in terra etnea, risale al 2006. Atterrai a Catania, presi una panda a noleggio e visitai il territorio compreso tra Messina e Ragusa. 



Vicina a Messina, Torre Faro è dove la Sicilia e il continente si sfiorano, ma è Catania ad essere il miglior punto di partenza. Essendo una delle città più densamente popolose d'Italia, risulta piuttosto caotica, quindi è consigliabile lasciare l'auto in qualche parcheggio, fuori dal centro storico.


Resistita nel corso dei secoli ad eruzioni e terremoti, presenta una ricca serie di costruzioni e scavi romani;


tra cui il celebre Anfiteatro romano. Costruito nel II secolo su una necropoli precedente, ad oggi ne è visibile solo una sezione in piazza Stesicoro.


La centrale piazza del Duomo, chiesa al cui interno giacciono le spoglie del famoso compositore Vincenzo Bellini, costituisce il perfetto centro su cui ruotano centinaia di importanti palazzi antichi. 



La celebre statua dell'elefante, in pietra lavica, rappresenta "u Liotru", il simbolo della città, sormontata da un obelisco. Palazzo dell'elefante è sede del municipio. Mentre, dirigendosi verso il famoso e visitatissimo ancor oggi mercato del pesce, non si può fare a meno che imbattersi nella fontana dell’Amenano, detta “l’acqua o linzolu”, a sud-ovest della Piazza del Duomo. 

 


Le terme Achilliane, che scorrono sotto la piazza sin dal IV-V secolo, raccolgono le acque del fiume Amenano. Il nome dell'impianto, è stato ritrovato iscritto su tavole di marmo, oggi esposte al Museo civico al Castello Ursino. 



Questo stupendo castello, voluto fortemente da Federico II di Svevia nel XIII secolo, fu dimora degli Aragonesi e la sua visita è fortemente consigliata per meglio comprendere la storia della città. Siete amanti della letteratura? Amate in particolar modo quella siciliana e non solo Camilleri? La casa natale di Verga, in cui il celebre scrittore verista lasciò un'immensa biblioteca composta da più di 2600 volumi, è oggi un museo aperto al pubblico.





Il mare dell’isola, è bello ovunque. Posso consigliare la zona di Sant'Alessio Siculo, molto tranquilla e con buoni ristoranti a base di pesce.



Volendosi arrampicare sulla montagna sovrastante, si può raggiungere dopo qualche tornante Forza d'Agrò, piccolo centro che prende il nome della valle in cui si trova, da cui è possibile godere di un bel panorama su chilometri di costa, tra Messina e Siracusa, sino all'Etna. 






Perfettamente conservata la chiesa madre della Santissima Annunziata, il convento Agostiniano e la chiesa della Santissima Trinità, mentre del Castello Normanno non restano che i ruderi. Francis Ford Coppola, girò numerose scene della trilogia del padrino in pieno centro storico, e ancora oggi, soprattutto in occasione della Processione della SS. Annunziata, in maggio, di si può godere di una scenografia naturale e di un folklore senza paragoni.





Spostarsi coi mezzi pubblici, ad eccezione del treno della tratta Messina - Palermo, è piuttosto complicato. Ma anche percorrere le strade secondarie in auto, ad esempio nei giorni di pioggia, è impegnativo per via delle condizioni delle strade, molte delle quali sono ancora delimitate da muretti a secco e fichi d'india. Come si dice: ciò che qualche volta rappresenta un limite, altre volte è un valore aggiunto. Quindi, è preferibile ridurre la velocità e guardarsi meglio attorno. Si potrà essere ripagati da ciò che invece distrattamente sarebbe potuto sfuggirci.




Partendo a visitare la Sicilia da sud, il mio consiglio cade su Ragusa, e più precisamente su Ragusa Ibla. Situata a 400 metri sul livello del mare, offre uno sguardo incantevole sul sottostante quartiere più recente della città. Ricostruita nel '600, la parte antica di Ragusa offre edifici tardo barocchi tra cui innumerevoli chiese, senza dimenticare l'interessante Giardino Ibleo.










Sede di numerose manifestazioni durante tutto l'arco dell'anno, tra cui la celebre Infiorata, per la festa del Patrono, S. Giorgio, il centro si riempie dei festeggiamenti delle Confraternite presso il centrale Duomo di San Giorgio.

 




La vicina Modica è un grande centro di produzione del cioccolato di qualità. In particolare, quello modicano, si ottiene attraverso una particolare lavorazione "a freddo" del cacao.



Portopalo Capo Passero, fa già parte della provincia di Siracusa ed è riconosciuto per essere il comune più a sud della Sicilia, trovandosi al di sotto del parallelo di Tunisi. Piccolo centro agricolo e marinaro, merita comunque una passeggiata, tra le case dei pescatori, a rimirare la congiunzione tra i due mari che lo bagnano: lo ionio e il mediterraneo. 





Difficile poi non fermarsi a Noto, culla sfavillante del Barocco più sfrenato, con la Cattedrale di San Nicolò dalla scalinata interminabile e le strade pronte a ricevere l'infiorata nel mese di maggio.

 
 
 

Stessa cosa dicasi per Siracusa, città costiera scrigno di innumerevoli bellezze nascoste e non. Il Teatro greco è spettacolare, così come lo sono il Duomo e il quartiere litoraneo. 

 
 
 
 
 
 



Parlando di teatri greci, non si può non citare il più celebre, quello di Taormina. Ma prima di arrivare, mancano ancora un paio di tappe obbligate, o meglio tre: Acireale, Acicastello e Acitrezza.



Acireale ha un'imponente piazza del duomo, oltre che Palazzo Musumeci, un gioiello dell'architettura barocca, che nel 1806 ospitò Ferdinando IV re delle Due Sicilie.

 
 


Acicastello è celebre appunto per il Castello normanno, che da un costone lavico domina la piazza circostante. 

Mentre Acitrezza, teatro delle vicende dei Malavoglia nel celebre romanzo di Verga, è rimasto il piccolo borgo peschereccio che è sempre stato, col panorama antistante dominato dagli 8 faraglioni lavici.

 

Eccoci così giunti a Taormina, una delle mete più gettonate dell'isola. Il panorama che si gode dal Teatro greco non ha paragoni: si spazia dall'Etna alla costa sottostante. Ma non è solo questo: vi è la Chiesa di San Giuseppe, che si affaccia sul belvedere lungo il centrale Corso Umberto; Il Duomo, la Torre dell'orologio, Palazzo Corvaja. Ogni cosa è imperdibile ma è consigliabile venire da queste parti in bassa stagione; nelle giornate più calde, la calca è quasi insopportabile.

 
 
 




Nell'entroterra vi sono diversi paesini che meritano la dovuta attenzione.


Castelmola, sorge proprio sopra Taormina. Minuto e ben conservato, si può tentare di dominare il suo centro salendo da Piazza Sant'Antonino, verso i resti del castello. La specialità del posto è il vino alla mandorla, semplice vino bianco aromatizzato, ma non andatevene senza prima averlo assaggiato. 


 

Altro paese sotto il vulcano, Zafferana Etnea non ha nulla di speciale, a parte essere stato toccato più volte dalle ultime eruzioni. Non fosse per la Cantina del Miele, luogo nascosto, trovato quasi per caso, si potrebbe quasi evitare di fermarvisi. Ancor oggi ne acquistiamo per corrispondenza: miele al limone, agli agrumi, alla sulla. Specialità della zona difficili da reperire altrove.

Da qui, le Cascate dell'Alcantara sono tutto fuorché distanti. Un'esperienza di un pomeriggio di cui conservo ancora vivo il ricordo. È possibile fare canyoning, o semplici gite immersi nell'acqua ghiacciata del torrente, fino ad arrivare a rimirare da vicino le pittoresche gole. 


 
 
 





Sempre proseguendo verso nord, percorrendo la parte ovest dell'Etna, si può tornare verso Messina, concludendo l’ipotetico viaggio a Novara di Sicilia. Perché proprio qui? Oltre ad essere un paese semi-abbandonato, con l’impianto di case antiche rimasto quasi intatto nel tempo, si può assaggiare l'autentica cucina locale al ristorante La pineta.














Sicilia nord-occidentale




Nel 2012 toccammo alcune delle zone dove già ero stato sul versante orientale, tra cui Taormina, Giardini Naxos, zona dell'Etna, per poi spostarci verso le gole dell'Alcantara e via via a nord, facendo tappa a Brolo, dove rimanemmo a goderci il mare.



Atterrando all'aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo, la prima cosa che mi balzò agli occhi fu la mancanza di alcune lettere sull'insegna visibile dalla pista. Per raggiungere la zona del Parco dei Nebrodi, la strada a scorrimento veloce è una sola, la Palermo-Messina. Provenendo da Punta Raisi, si incontra subito Capaci, tratto in cu teso il famoso attentato al giudice Falcone e alla sua scorta.




Brolo, non è solo una tranquilla località costiera nella provincia di Messina, anche il suo ripido centro storico, merita più di una veloce visita. Oltre alla Chiesa di Maria SS. Annunziata, ci si può facilmente inerpicare verso la salita che porta al Castello, fortezza medievale che sovrasta il centro del paese. Se dal X secolo, il maniero domina l'area a picco sul mare, anche la Statua del Cristo degli Abissi, collocata sul fondale marino di fronte allo scoglio, da laggiù domina le acque costiere da diverso tempo. 

 
 


Ma la vera attrattiva del paese, è di tipo gastronomico. La Pasticceria "Da Armando", definito 'il gattopardo dei pasticceri', è sempre pronta a viziare il viaggiatore con “armandini” alla pasta di mandorle, paste, cannoli, torte, profiterole, cornetti, gelati artigianali, granite deliziose; tutti prodotti di altissima qualità, sia nella manifattura che nella ricerca spasmodica della materia prime. 

 

Mentre la pizzeria "Borgo Marinaro" stupisce con la sua pizza locale a base di panna e pistacchio di Bronte.



È poi bello avventurarsi in auto nei Nebrodi, le montagne che sorvegliano dall'alto la zona costiera tra Brolo e santo Stefano di Camastra. Tra l’altro, sovente ci si imbatte in aziende agricole in cui acquistare direttamente formaggi, insaccati e altri prodotti, tutto realmente a chilometro zero.

 

In posizione soprelevata, vicinissimo a Brolo, si trova Piraino, piccolo centro dotato di un punto panoramico da togliere il fiato, ma anche di un antico centro storico dotato di grande fascino. Nei sotterranei della centrale Chiesa madre, si possono visitare i corpi mummificati di 26 sacerdoti vissuti tra Settecento e Ottocento. Mummificati del tutto naturalmente, grazie ad un particolare ricircolo d'aria, si sono conservati nel tempo grazie allo stesso processo utilizzato per stagionare i salumi.


 
 


Da questa posizione non è difficile neppure risalire le pendici dell'Etna. Raggiungendo Rifugio Sapienza, si possono incontrare poco dopo il tramonto diverse volpi intente a frugare tre i rifiuti. Da lì, è possibile arrivare fino al cratere attraverso diversi sentieri. 

 


Delle Cascate dell'Alcantara e di Zafferana ho già parlato precedentemente, quindi passerò direttamente ad altre due località costiere in cui sostare.




In "Gita a Tindari", Camilleri affronta un giallo in cui una coppia di anziani scompare durante una visita al santuario. Sulle loro tracce, è possibile visitare questa frazione del comune di Patti, famosa non solo per questioni religiose, ma anche per l'antica città che fu greca e poi romana. L'enorme chiesa, dai lievi colori pastello e meta di pellegrinaggi già a partire dal '500, ospita al suo interno la celebre Madonna Nera, scura statua bizantina.  Nella zona archeologica, si possono ammirare i resti della città antica e le sue antiche mura. Scavati sin dalla prima metà dell'800, qui sono stati rinvenuti mosaici, sculture e ceramiche.

 


Interessante poi, una visita alla Laguna di Tindari, sede della riserva naturale di Marinello. Zona a tratti paludosa, rappresenta da queste parti di certo qualcosa di anomalo, e dall'alto la stretta lingua di terra che impedisce al mare di arrivare a toccare la spiaggia, ad alcuni ricorderebbe il profilo della Vergine Maria.



Dal sacro al profano: Cefalù. Impossibile non sostarvi percorrendo la strada verso Palermo.



Il grande centro balneare, tra i maggiori di tutta la regione, ogni estate attrae turisti da tutta Europa. Situato all'interno del parco delle Madonie, la sua duecentesca Cattedrale nel 2015 è stata inserita tra i siti dell’Unesco. Il suo centro è molto vivace ed è caratterizzato da stretti viottoli pavimentati con ciottoli e calcare della Rocca di Cefalù. All'interno delle mura ancora vi sono moltissime attività commerciali e ancora vive la maggioranza della popolazione. L'antico lavatoio medievale, è un’opera di grande ingegno e certamente non è da mancare. 


 
 
 



Il viaggio in treno fino a Palermo, merita un discorso a parte. Come resistere al richiamo delle panelle e dei cannoli? Una rete ferroviaria ben servita, unisce Messina e Palermo. Treno all'alba, colazione nel centrale mercato di Ballarò - pittoresco al pari di Vucciria - a base di pani câ meusa, pane e milza; giro del centro storico a riscoprire i luoghi dell'immenso "Palermo shooting" Wendersiano: i Quattro Canti, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, fino a giungere alla Cattedrale e al Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ove la leggenda vuole che si inciampi sempre sul particolare "gradino della suora". 

 

 
 



 

 
 
 
 
 
 
 

I luoghi sono troppi e le ore le mangia il sole, pur essendo in Estate. Il consiglio resta quello di girare e restare estasiati, seguite le guide ciò che basta per non perdervi del tutto. Molte volte è meglio vedere poco e mettere a fuoco, piuttosto che imbottirsi di tutto e poi scordare già l'indomani.