mercoledì 1 marzo 2017

Garda: dalla Rocca alla Valle dei Mulini, da Punta San Vigilio alle incisioni rupestri


Garda, è senza dubbio uno dei paesi più caratteristici di tutto il comprensorio benacense. Presenta infatti tutti i tratti caratteristici quanto meno della sponda veronese del lago omonimo: un piccolo porto, un centro grazioso il cui fulcro è pianeggiante ma le cui estensioni si diramano verso il pendio, i grandi paesaggi osservabili dall’alto.
Due sono gli itinerari consigliati, il primo risalendo la pittoresca Valle dei Mulini, in direzione di Albisano, per poi inerpicarsi sul pendio che porta all'alta rocca sovrastante; il secondo partendo dall'antico porto di Punta San Vigilio e arrivando ad osservare le antiche incisioni sulle rocce del Monte Luppia.

La Valle dei Mulini scavata dal torrente Gusa-Tesina, raccoglie ancor oggi la testimonianza di antichi mulini seicenteschi, molti dei quali, oggi, sono stati riconvertiti in abitazioni private o in ristoranti. Il percorso ad anello che parte da qui, ci guida in direzione di Albisano, facendoci godere della ricca visuale sul centro abitato sottostante. Anche nei periodi di turismo più intenso, percorrere i sentieri che da qui si ramificano, significa godere della frescura assicurata dalla vegetazione rigogliosa.
 
Il percorso più semplice, parte dall'imbocco della Val dei Mulini; da lì si segue la strada sterrata, per poi giungere rapidamente all'abitato di Castion. Da qui si ritorna per completare il giro in poco meno di due ore.




Un'affascinante variante si può ottenere in notturna, giungendo in località Castion e successivamente prendendo per via XXIV Maggio. Seguendo la direzione di Albisano, ci si trova ad oltrepassare un fisso bosco - attenzione però ai cinghiali, abbastanza presenti in zona - attraverso percorsi solcati da bici da montagna, alla fioca luca di una pila. 




Da località Rovero, si sbuca infine ad Albisano, dalle cui alture è possibile godere di un panorama davvero mozzafiato sulle scure acque del lago. 

 



Per tornare sul sentiero pedonale, a quel punto basta arrivare fino a Marciaga; da lì è possibile ricongiungersi al sentiero che era stato abbandonato.



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Nel tornare verso il litorale, si può ripartire dalla strada accanto alla chiesa di San Bernardo, via San Bartolomeo, in direzione della Rocca che sovrasta l'antico abitato di origine longobarda. Un cartello anticipa la svolta a sinistra, verso una scalinata che porta all'interno di un fitto querceto. Al bivio successivo, si può scegliere se raggiungere la Madonna del Pign, oppure se sbucare dalla radura e godere appieno dell'incredibile panorama che si apre di fronte, spaziante sul medio e basso lago.




Il secondo itinerario, parte dall'antico porto di Punta San Vigilio, oggi di proprietà del comune, un tempo appartenente ai conti Guarienti di Brenzone. L'incantata penisola è formata da una villa, una chiesetta, una locanda storica e un porticciolo, oltre che dalla famosa Baia delle Sirene.


Risalendo il ciottolato che ritorna verso il parcheggio, per risalire verso il Monte Luppia, basta rincontrare la statale e dirigersi verso destra, fino all'ingresso di via Castei, da dove parte il sentiero delle incisioni rupestri scoperte negli anni '60 tra la macchia mediterranea che parzialmente ricopre le lavagne naturali.

 
Grazie alle glaciazioni che investirono questi ambienti migliaia di anni fa, l'opera di antichi cacciatori e pastori di passaggio, ottenuta mediante il metodo della martellinatura, è giunta fino a noi; meglio osservabili alla luce radente del mattino, sia la Pietra delle Griselle che la Pietra dei Cavalieri, mostrano in tutto il loro splendore le inattese opere dei nostri progenitori.

 

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