martedì 20 luglio 2010

Giro dell'Istria



 
Il Quarnaro è terra di sole e di natura selvaggia, bassa densità di popolazione. Qui convivono tradizioni e si ripopolano antichi borghi semi-abbandonati. Prova ne è Labin, cittadina dall'indiscusso fascino e dalla lentezza certificata. 

 

Non si può correre in posti ove vi siano poche strade; e nemmeno a piedi, se i centri sono invasi da stradine lastricate, tutte in salita. Ci sia allena i polpacci, circolare negli stretti vicoli è esercizio anaerobico, fa bene al cuore e alla mente. Si ispira aria buona, sono ancora poche le vetture in certi centri dell'interno. Visitare l'Istria è visitare ciò che sarebbero potute essere certe zone d'Italia senza la malaugurata idea lungimirante di progresso. La zona di Labin-Rabac, litoranea turistica della più continentale e già nominata Albona, offre spiagge pulite e buoni ristoranti, ma ciò che affascina è l'interno del paese. Cosa c'è sulle alture, cosa è nascosto dalla vegetazione, il bello è portarsi lassù.   


 
Labin (Albona ne è la venetizzazione), il vecchio centro storico è una calamita posta a 300 metri sul livello del mare. Come molti altri paesi vicini, era già attiva nel periodo romano; appartenne poi alla Serenissima Repubblica fino alla fine del '700, prima di passare prima all'Austia e alla fine della Grande Guerra, all'Italia. 

Passò alla Jugoslavia quando alla fine della Seconda, Tito vi scacciò i tedeschi. Sono famose le storiche “Dieci Attrazioni di Albona”, gli storici palazzi centrali, ma non ne mancano di certo di nuove, considerando gli atelier d'arte che nascono in centro e lo ripopolano di artisti giovani e meno giovani. Su tutti, difficile togliere gli occhi dalle opere di Goran Valenta. L'acquisto di due opere prima delle fine del viaggio ne è la prova. Ovunque, stupende scalinate e piccole piazze, graziosi bar a cui acquistare da bere, per poi dissetarsi per le vie della città.

 

 
 

Žminj, italianizzata Gimino, è un piccolo centro nelle vicinanze di Pisino, immerso nel cuore dell'Istria. Il rosso della terra delle colline, qui si alterna al verde della vegetazione. La piazza centrale, all'una del pomeriggio di un luglio assolato, ha un gusto decisamente messicano. La chiesa, il campanile, i pozzi, ORHIDEJA: una pizzeria decisamente da consigliare. 

 




Riprendendo il viaggio, dopo una quindicina di chilometri si arriva appunto a Pazin. Centro tranquillo, ha una particolarità: il castello del grande scrittore d'avventura Julues Verne. O meglio, intitolato al personaggio francese, dato che egli venne ispirato proprio dal maniero e imprigionò il suo eroe, Mathias Sandorf, proprio qui. Nel 1885, scrisse l'omonimo romanzo, in cui immaginò un complotto per la separazione dell’Ungheria dall’Impero Austro-Ungarico.


Nel testo, Mathias viene scoperto, condannato a morte e imprigionato proprio in questo edificio; da qui poi tenta la fuga verso la libertà scendendo per la roccia della Foiba di Pazin nel profondo abisso.



Inutile aggiungere che sia il castello che la foiba sono visitabili e meritano davvero.


Anche Vodnjan (Dignano) certo merita una visita. 
 
Da queste parti, non solo è rilassante percorrere decine di chilometri in auto o meglio ancora in bicicletta, ma essendo ogni parte dell'Istria comunque vicinissima alla costa sono presenti decine di possibili escursioni per mare.





Tra tutte, segnaliamo, partendo da Rabac, quella verso l'isola di Cres (Cherso), passando per la Grotta blu. Il viaggio inizia all'alba, ci si dirige dapprima verso la famosa grotta, ove è possibile tuffarsi direttamente dal battello e con lunghe bracciate raggiungere la cavità costiera.


Poi, dopo abbondante pranzo di sgombri cucinati e gustati direttamente a bordo, si fa rotta verso la zona più selvaggia dell'isola. Il rientro in serata, fa si che sia davvero a portata di tutti. 

 



Girando l'interno della penisola, ci si imbatte spesso in piccoli centri semi-abbandonati, le ferite della guerra qui non sono visibili, ma vi sono decine di castello semi-diroccati da poter visitare. E' il caso di segnalare quello di Colmo (Hum), davvero affascinante e ben descritto dalle guide volontarie che si avvicendano all'ingresso. 



Come dimenticare poi i grandi centri, le mete classiche del turismo istriano?




Porec (Parenzo), centro di antiche origini romane, vanta un grande porto intorno al quale si è sviluppato. Protetto dall'isolotto di San Nicola, ha un centro storico davvero notevole. 




Pula (Pola) è il centro maggiore della penisola. Oltre a vantare la famosa Arena, uno degli anfiteatri antichi di età romana meglio conservati, vi sono da segnalare l'Arco dei Sergi, il Duomo e il Tempio di Augusto.




Ma la città costiera di certo più pittoresca è certamente a metà strada. Rovinj (Rovigno) offre scorci meravigliosi e irripetibili.