sabato 6 aprile 2013

Le Langhe e il Roero, senza scordare il Monferrato



 
Da anni vorremmo visitare la zona del vino piemontese, tra Asti, Alba, Barolo e il Monferrato.
L'occasione arriva nel 2013: un intero fine settimana all'insegna dell'enogastronomia! 


Troviamo per caso posto in una piccola frazione (200 abitanti) di Costigliole d'Asti: Frazione Sant'Anna. E' incrocio tra tre zone: le Langhe, il Roero e a poca distanza anche il Monferrato. Il B&B, Frazione San'Anna è grande e curatissimo. I proprietari giovani, simpatici e intraprendenti. Consigliata l'enoteca con cucina del paese, sotto il castello di Costigliole d'Asti: Caffè Roma.


Ottimo Barbera, flan di cardo con fonduta di formaggi piemontesi, carne cruda battuta al coltello, zabaione al moscato d'asti con torta alle nocciole:60€in4!

Ritorniamo al nostro B&B dopo una passeggiata nel centro di Castigliole e una capatina a Burio (il castello però qui è privato e non è visitabile) e siamo pronti per dormire. L'indomani si parte per Neive, verso Alba. Riconosciuto come uno dei borghi più belli d'Italia, si snoda da Piazza Italia alla Torre dell'Orologio per poi scendere fino alla parte nuova: davvero dalla un gioiello di architettura medievale e per di più molto curato!

Poi è la volta di Barbaresco, borgo un po' meno caratteristico, quasi un viale che conduce ad una torre visitabile tramite un ascensore (spesso però fuori servizio).  

 
Il paese è sede di una delle Enoteche regionali più caratteristiche, posta all'interno di una chiesetta sconsacrata: la Chiesa di San Donato. Assaggiamo due annate distinte di Barbaresco - 2007 e 2009 - nebbiolo cresciuto e vinificato in questo territorio: ottimi entrambi!




Ci spostiamo ancora a sud e incontriamo Alba. Cittadina incantevole in cui antico e moderno convivono egregiamente, basti pensare al Duomo dai dettagli high-tech e alle innumerevoli mostre fotografiche. 

Ci facciamo un giro per il mercato del sabato che parte da Piazza Risorgimento. In una piazzetta apposita, c'è un intero spazio dedicato ai prodotti tipici: acquistiamo Toma piemontese, nocciole d'Alba. Visitiamo una mostra su Gaber alla "Wall of sound" ma poi troviamo la mostra permanente su Fenoglio chiusa. Peccato: col profumo di nocciole nell'aria, merito o colpa della Ferrero, saremmo rimasti qui ancora a lungo!



Roddi è il paese della poesia. Abbarbicato su uno dei colli, semi-disabitato, incantevole da visitare, nonostante la rocca sotto restauro. In ogni angolo vi sono frasi in ferro battuto appoggiate ai muretti tratte da poesie, a formare un percorso poetico. Si tiene anche un concorso di poesia una volta all'anno. Non poteva mancare, da queste parti, l'unica Università di cani da tartufo al mondo, fondata alla fine dell'800. 



A Grinzane Cavour, per 11 anni Cavour fu sindaco. Non c'è moltissimo da vedere di paese, ma salendo si trova il castello dedicato alla sua memoria e all'Unità d'Italia. All'interno, oltre al museo delle maschere, anche l'Enoteca Regionale: qui assaggiamo il Barolo chinato. 











Arriviamo a Serralunga d'Alba che è quasi il tramonto. Da lontano il castello, stretto ed altissimo, sembra il maniero di un cartone animato. 


Entriamo dalla porta medievale direttamente in auto e ci mettiamo ad osservare la fortezza da sotto: non è visitabile che per qualche giorno all'anno. Da ricordare la terrazza panoramica di fronte all'ingresso. 







Ripartiamo per Monforte, nella speranza di imbatterci in qualche resto cataro, o per lo meno in un museo dedicato, data l'importanza che hanno avuto storicamente gli albigesi da queste parti, ma nulla. 

 

Solo un percorso verso la sommità del paese vecchio, ove un tempo sorgeva il loro castello, poi nel tempo sostituito da un palazzo. Notevole l'anfiteatro naturale, che ospita ogni estate Monforte Jazz, con nomi di grande richiamo. 

Barolo non è da ricordare tra i centri più belli. Una strada principale si snoda tra cantine e botteghe trasformate in trappole per turisti. Per fortuna, verso la fine del paese, qualche vero artigiano del gusto è rimasto e siamo invitati ad assaggiare dei biscotti al barolo in una piccola panetteria. Il museo del vino, tappa da ritenere fondamentale, aprie come tante altre cose in Aprile.La sera vogliamo andare sul sicuro e ci fermiamo di nuovo a mangiare al Caffè Roma: di nuovo barbera ad accompagnare formaggi caprini di diversa stagionatura con mostarda di mosto d'uva e bollito misto con salsine piemontesi al peperone e al prezzemolo.



Il secondo giorno sarà all'insegna di poche visite ma mirate. Facciamo la consueta ricchissima colazione a base di cose genuine, prima di acquistare una modesta scorta di Barbera DOC sfuso dal produttore locale (Azienda Agricola Bo), qualche bottiglia di Moscato e di Dolcetto. Ripartendo a malincuore verso le prossime due-tre tappe, il navigatore impazzito ci costringe ad arrampicarci su un monte attraverso stradine infangate e devo dire che la mia Dacia da la risposta degna di un cingolato: altro che 4X4! 
Verduno è poesia liquida (da gustare) e solida (da ammirare dalle alture del suo centro. A Casa Ciabotto si può mangiare divinamente ed assaggiare le tante versioni del medesimo vino: un intero comprensorio che vive e prospera producendo uno dei vini più particolari sul territorio nazionale, il Pelaverga.   

 
A Nizza Monferrato, parcheggiamo nella piazza centrale, proprio di fronte al Palazzo comunale, sotto la torre civica. Questa cittadina dalla tipica forma a ferro da stiro, sviluppatasi all'incrocio di due fiumi, è il paese in cui si coltiva il cardo che abbiamo potuto gustare il giorno precedente. Dopo un rapido giro in centro, alla ricerca dell'ex ghetto ebraico, tentiamo di trovare qualcosa di aperto e con enorme sorpresa, per caso ci imbattiamo in un locale sotterraneo molto poco segnalato - l'Enoteca Regionale locale: un cantinone lungo e stretto con mattoni a vista dall'atmosfera davvero irripetibile. 

 
Anche qui assaggiamo le prelibatezze locali: un flan con blu di capra e un antipasto misto con vitello tonnato, battuto di carne bovina al coltello, una particolare svizzera con carne frullata insieme ad erbette e insalata russa. Come dessert decidiamo di assaggiare finalmente il famoso Bonet: un tortino al cioccolato fondente, non male. Oggi, da bere solo acqua. 


Ripartendo decidiamo di evitare Santo Stefano Belbo, patria di Cesare Pavese. Non sempre però la sua casa-museo non è visitabile e per una questione di praticità facciamo sosta un paio di ore ad Asti, città, come anche Nizza Monferrato, preda di dominazioni continue. In occasione del carnevale, ogni città cambia volto, e Asti non fa eccezione: traffico in tilt, centro quasi impraticabile, tutti i monumenti chiusi alle visite. Partendo da piazza Alfieri, percorriamo l'omonima via centrale e risaliamo fino alla Torre Rossa, risalente al periodo romano (inaccessibile), giriamo in preda alla fretta di visitare e fotografare e di appuntare ma non è proprio la giornata ideale: troppo caos. Arriviamo comunque fino a piazza Roma, giriamo intorno alla Torre Comentina e facciamo ritorno verso il parcheggio solo al calar del sole.
  

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